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Il canto del profeta, Paul Lynch

Una composizione di fiori di campo e foglie di papavero: margherite rosa, fiordaliso azzurri, papaveri rossi e simil margherite gialle.

Al momento della sua vittoria al Booker Prize 2023 con il suo quinto romanzo, Il canto del profeta – in Italia edito da 66thand2nd, lo scrittore irlandese Paul Lynch si copre il volto con le mani, è incredulo, poi si alza, abbraccia l’editrice, pesca dalla giacca i suoi appunti e si avvicina al podio per il discorso di ringraziamento. 

«Non è stato un libro facile da scrivere. La parte razionale di me si era convinta che stavo condannando al fallimento la mia carriera, ma dovevo comunque scrivere questo libro».

Il Booker Prize gli ha dato ragione.

Ambientato in un’Irlanda contemporanea governata da un regime estremista, repressivo e tirannico, Il canto del profeta è, a sorpresa, non un romanzo distopico, né politico, ma la trasposizione della contemporaneità di molte nazioni (la Siria su tutte, prima ispirazione per lo scrittore) nell’indifferente Occidente. La crisi delle migrazioni, la perdita delle libertà, la lotta per la sopravvivenza sono alcuni dei temi portanti di un romanzo faticoso, perché faticosi sono i tempi che narra. A sorreggere tutto sulle sue spalle una donna, Elish Stack, lasciata sola a combattere contro la storia per difendere ciò che resta della sua famiglia.

Trovi l’analisi completa del romanzo su L’Indiependente.

Per approfondire

Il momento della vittoria al Booker Prize.

L’approfondimento sul romanzo del sito ufficiale del Booker Prize.

Paul Lynch e la «radical empathy».

Una delle prime interviste dopo la vittoria, Paul Lynch sul Guardian.

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