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Emily Austin, “Moriremo tutti, ma non oggi”

Una composizione di fiori di campo e foglie di papavero: margherite rosa, fiordaliso azzurri, papaveri rossi e simil margherite gialle.

Gilda (in inglese letto Ghilda) è una ventisettenne atea e omosessuale che soffre di ansia, attacchi di panico e depressione. Per un caso del destino si ritrova a essere assunta da una parrocchia cattolica nella sua città per ricoprire il ruolo di segretaria amministrativa: comincia così il romanzo Moriremo tutti, ma non oggi della scrittrice canadese Emily Austin, il suo esordio nella scrittura, pubblicato in Italia da Blackie edizioni. Un titolo che è un manifesto e che descrive perfettamente l’ossessione di Gilda per la morte, sua e delle persone che le sono intorno, e lo sviluppo dei suoi pensieri intrusivi inficiati dal disturbo d’ansia che la affligge. Ma in tutto questo Gilda si rivela subito come uno dei personaggi più comici della narrativa millennial degli ultimi anni e la sua vicenda si rivela non solo profondamente umana, ma anche tenera e malinconica.

Su L’indiependente analizzo il romanzo e lo contestualizzo nella scrittura delle donne millenial che tanto ha attirato l’editoria in questi ultimi anni, per fortuna, anche se con qualche stereotipo di troppo, purtroppo. Ma non c’è pericolo, Gilda è immune da questi stereotipi.

Leggi l’articolo su L’Indiependente.
copertina del romanzo: illustrazione di una donna bionda con lo sguardo triste

Per approfondire

Una recensione del romanzo su Kirkus Review.

La video intervista di Emily Austin per Sapph-Lit.

Foto di Alessia Ragno.

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